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L'Italia e l'Iraq |
Stefano Salvi è intervenuto a Pisa al Festival del Futuro migliore, in occasione del quale ha ritrovato Giulietto Chiesa. I reportage di inviati di guerra dei due reporter si possono trovare, insieme a quelli di altri autori come Franco Di Mare e Tony Capuozzo, si possono leggere nel libro edito da Zeli- Baldini e Castoldi “L'Informazione deviata”. Dal capitolo “La mia avventura in Iraq” di Stefano Salvi: "L'Italia e l'Iraq".
In Italia, come è noto, la volontà del Parlamento è sovrana. Il Parlamento è l'organo preposto al controllo ispettivo del Governo e il Parlamento italiano, il 6 e il 22 giugno 2000, a seguito di una mozione votata a larghissima maggioranza, ha chiesto: - la cessazione dell'embargo in Iraq;
- l'attivazione di un ponte aereo per inviare medicinali, strumenti diagnostici e generi alimentari;
- la riapertura della ambasciata italiana a Bagdad;
- la restituzione di milioni di dollari di proprietà del governo iracheno trattenuti nelle banche italiane; - dando termine al Governo di ritornare entro 90 giorni in aula e rispondere al Parlamento su quali contromisure il Governo avesse preso in merito.Sapete cosa è successo? Niente. Assolutamente niente. Dopo centoventidue giorni, visto che il Governo non si era minimamente degnato di dare una risposta al Parlamento, ho cercato di chiederne conto al Presidente del Consiglio, Giuliano Amato. Per tutta risposta sono stato aggredito e malmenato dalla sua scorta. Il Governo aveva disatteso una precisa volontà parlamentare! Questo è un reato gravissimo.Se un cittadino comune paga una tassa con un'ora di ritardo, si scatena di tutto. Perché invece il Governo può comportarsi così? Io me ne sono accorto perché ero impegnato nella faccenda dell'Iraq, ma chissà quante altre volte governi di vari colori se ne sono fregati delle decisioni parlamentari.Questo è un attentato alla democrazia, alla volontà popolare e alla sovranità del Parlamento: tre reati gravissimi. |
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