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Lettera al Direttore del Corriere della Sera

Non avendo ancora ricevuto risposta dal Direttore del "Corriere della Sera di Bergamo” sulla vicenda del cromo esavalente, oggi gli ho inviato le seguenti mail: Carissimo Direttore, ti ho inviato questa mail martedì 28 agosto. Non avendo avuto cenni, né sul giornale, né in forma privata, presumo che tu non l'abbia ricevuta, percui te la rinvio. In attesa di un tuo cenno, pubblico o privato, ti saluto cordialmente Stefano Salvi Carissimo Direttore, sono rimasto attonito nel leggere l'articolo a firma Pietro Tosca dal titolo “Cromo nella falda guerra fra gli studi” pubblicato a pagina 2, sabato 25 agosto, sul tuo giornale. In codesto articolo Tosca afferma testualmente:” la normativa, infatti, sembra fatta apposta per generare confusione. Il cromo esavalente non può superare i 5mg/l nel terreno ma può arrivare a 50 nell'acqua potabile. In città le concentrazioni non hanno mai superato i 20-25mg......”. E' vero che il cromo esavalente non può superare i 5mg nel terreno, ma è assolutamente falso, come invece dice Tosca, che possa arrivare a 50 nell'acqua potabile, infatti quello che può arrivare a 50 non è il cromo esavalente ma è il cromo totale e nel cromo totale ci sono il cromo 6, il cromo 3, il cromo 4 e altri tipi di cromo il cui totale, ripeto totale, non può superare i 50. Si evince immediatamente che il cromo esavalente è solo una componente del cromo totale e all'interno dei 50 del cromo totale il cromo esavalente non può comunque mai superare i 5mg. Percui se il cromo totale è 50 e il cromo esavalente non può superare i 5 gli altri 45mg saranno composti da tutti gli altri tipi di cromo presenti nell'acqua, ma ripeto fino all'esaurimento che il cromo esavalente non può mai superare i 5mg. Il massimo consentito di 50mg di cromo totale non sono assolutamente nell'acqua potabile, ma bensì in falda, percui in falda si può trovare un totale di 50mg di cromo di cui il massimo consentito sono 5mg di cromo esavalente, in falda. L'altro gravissimo errore che si evince dall'articolo a firma di Pietro Tosca è quello di divulgare una notizia falsa e pericolosa quando dice “può arrivare a 50 nell'acqua potabile”. No no no, nell'acqua potabile non è possibile nessuna traccia di cromo esavalente, cioè, quando si apre il rubinetto in quell'acqua non è ammessa nessuna traccia di cromo esavalente. A certificare tutto ciò ti allego la tabella del decreto legge dalla quale si evince senza possibilità di dubbio tutto quanto descrittoti sopra. Quella sul cromo di Treviglio è un'inchiesta che ho iniziato quattro anni fa andando ad intervistare con le mie telecamere l'allora Presidente della Provincia Valerio Bettoni e l'allora e attuale Assessore alla Salute Pubblica della Regione Lombardia Bresciani: http://www.stefanosalvi.it/video_categoria_dettaglio.asp?codvideo=2336 http://www.stefanosalvi.it/video_categoria_dettaglio.asp?codvideo=2338 i quali non hanno mai voluto capire che la legge parla chiaro in quanto i 50mg/l sono per il cromo totale. Spero che contrariamente all'ottusità degli interlocutori incontrati nel corso della mia inchiesta, tu risponda con il recepire ciò che è assolutamente incontestabile e fissato dalla legge. La tua presa di coscienza riguardo a questo enorme problema che interessa la salute di tutti noi è fondamentale essendo tu il direttore dell'inserto locale del primo quotidiano nazionale ed avendo tu l'obbligo come giornalista prima, e cittadino poi, di divulgare le notizie per quello che realmente sono. Un abbraccio Stefano Salvi
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L'Italia e l'Iraq

Stefano Salvi è intervenuto a Pisa al Festival del Futuro migliore, in occasione del quale ha ritrovato Giulietto Chiesa. I reportage di inviati di guerra dei due reporter si possono trovare, insieme a quelli di altri autori come Franco Di Mare e Tony Capuozzo, si possono leggere nel libro edito da Zeli- Baldini e Castoldi “L'Informazione deviata”. Dal capitolo “La mia avventura in Iraq” di Stefano Salvi: "L'Italia e l'Iraq". In Italia, come è noto, la volontà del Parlamento è sovrana. Il Parlamento è l'organo preposto al controllo ispettivo del Governo e il Parlamento italiano, il 6 e il 22 giugno 2000, a seguito di una mozione votata a larghissima maggioranza, ha chiesto: - la cessazione dell'embargo in Iraq; - l'attivazione di un ponte aereo per inviare medicinali, strumenti diagnostici e generi alimentari; - la riapertura della ambasciata italiana a Bagdad; - la restituzione di milioni di dollari di proprietà del governo iracheno trattenuti nelle banche italiane; - dando termine al Governo di ritornare entro 90 giorni in aula e rispondere al Parlamento su quali contromisure il Governo avesse preso in merito.Sapete cosa è successo? Niente. Assolutamente niente. Dopo centoventidue giorni, visto che il Governo non si era minimamente degnato di dare una risposta al Parlamento, ho cercato di chiederne conto al Presidente del Consiglio, Giuliano Amato. Per tutta risposta sono stato aggredito e malmenato dalla sua scorta. Il Governo aveva disatteso una precisa volontà parlamentare! Questo è un reato gravissimo.Se un cittadino comune paga una tassa con un'ora di ritardo, si scatena di tutto. Perché invece il Governo può comportarsi così? Io me ne sono accorto perché ero impegnato nella faccenda dell'Iraq, ma chissà quante altre volte governi di vari colori se ne sono fregati delle decisioni parlamentari.Questo è un attentato alla democrazia, alla volontà popolare e alla sovranità del Parlamento: tre reati gravissimi.
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Il comitato etico

Stefano Salvi è intervenuto a Pisa al Festival del Futuro migliore, in occasione del quale ha ritrovato Giulietto Chiesa. I reportage di inviati di guerra dei due reporter si possono trovare, insieme a quelli di altri autori come Franco Di Mare e Tony Capuozzo, si possono leggere nel libro edito da Zeli- Baldini e Castoldi “L'Informazione deviata”. Dal capitolo “La mia avventura in Iraq” di Stefano Salvi: "Il comitato etico". Nel 2000, quando uno era in Iraq si trovava completamente fuori dal mondo: non c’erano i telefonini, non c'era niente. Le automobili erano ancora quelle del 1985. Dopo quasi un mese di permanenza in Iraq, sono arrivato all'aeroporto a Milano ed ero completamente estraneo a tutti i problemi dell'Italia. Mentre aspettavo la macchina, ho comprato il Corriere della Sera. A un certo punto, ho letto a titoli cubitali che in Italia era stato necessario nominare un comitato etico per decidere se due gemelli siamesi appena nati avrebbero dovuto o no subire un intervento per vivere o per morire. L'alternativa era la vita o la morte. E bisognava istituire un comitato etico? Ma vi rendete conto? Ma anche un deficiente capisce che bisogna tutelare la vita in ogni modo e, prima si opera e si tenta di salvare due vite, poi ci si mette a discutere.Tutto 'sto casino è stato fatto perché a Palermo doveva essere inaugurato un nuovo reparto di pediatria e, allora, quale evento migliore che non immolare sull'altare del lancio del reparto pediatrico una coppia di bambini siamesi sospesi tra la vita e la morte? C'era bisogno del comitato etico? E allora il medico iracheno che mi diceva con le lacrime agli occhi che, per mancanza di aghi, ha dovuto scegliere tra due bambini chi salvare? Quanti comitati etici dovrebbero fare in Iraq? Venti al secondo? Ma vi rendete conto che viviamo in un Paese di "merda"? Ci hanno rotto le palle per cinque mesi con il bambino di Cuba, Elian. Intanto in quei cinque mesi erano morti trenta mila bambini iracheni. Qualcuno ha scritto una riga su uno dei bambini morti in Iraq? La Camera dei deputati per l'inchiesta che ho condotto in Iraq ha indicato, all'interno di una mozione approvata dal Parlamento, che "ci voleva l'iniziativa di un inviato come Salvi per far conoscere a otto milioni di italiani il dramma iracheno". Anziché ringraziarmi nelle mozioni, i nostri politici non potevano cercare di dare risalto al problema che avevo sollevato?
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