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Fuga di notizie dai Tribunali

Odio dire "ve l'avevo detto". Ma ve l'avevo detto. In tempi non sospetti, già nel 2008. Andate a vedere questi due video: -http://www.stefanosalvi.it/video_categoria_dettaglio.asp?codvideo=2321 -http://www.stefanosalvi.it/video_categoria_dettaglio.asp?codvideo=2322 Fatto? E ora leggete questa notizia dell'agenzia Ansa del 12 aprile 20011: BARI - Un giornalista è stato arrestato, per disposizione della magistratura barese, con l'accusa di essere la 'talpa' che nell'estate 2009 consegnò a un giornalista del 'Corriere della sera' i verbali di interrogatorio di Giampaolo Tarantini che parlava delle escort da lui portate alle feste dell'estate 2008 nelle residenze private del presidente Silvio Berlusconi. Da stamane è agli arresti domiciliari nella sua casa di Cavallino (Lecce) Andrea Morrone, collaboratore della redazione di Lecce del Corriere del Mezzogiorno: all'epoca era consulente informatico della Procura barese. A voi ogni commento. Stefano Salvi
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La guerra in Libia? Tardi e male.

Quando si decide di dichiarare guerra ad un altro Stato, bisogna farlo presto e bene. Invece, l'intervento dell'Europa nei confronti della Libia è stato fatto tardi e male. Presto e bene perchè, nel momento in cui il colonnello Gheddafi, nelle primissime ore di tutta questa vicenda, aveva incominciato coi raid nei confronti del popolo della Cirenaica, immediatamente l'Onu, la Nato e l'Europa avrebbero dovuto mostrare i muscoli al su citato, facendogli capire, senza mezzi termini che, al ripetersi di tali eventi, sarebbe stato spazzato via. Questo, eventualmente, era l'atteggiamento da tenere: presto e bene. Bene, perché ammesso e non concesso che l'intervento armato fosse o sia necessario, se ci deve essere, deve essere chirurgico e limitato nel tempo. Parliamoci chiaro: i vari interventi umanitari in giro per il mondo non sono altro che guerre mascherate, che durano da anni (vedi Iraq e Afghanistan). La cozzaglia di decisioni prese tardivamente, dall'Onu prima e dalla Nato poi, hanno fatto sì che Gheddafi potesse meglio organizzarsi nell'abbattere il più alto numero possibile di suoi oppositori e, soprattutto, hanno permesso alla Francia, immotivatamente, di prendere a sorpresa il comando delle operazioni e di trasformare una risoluzione Onu per la no fly zone in un vero e proprio bombardamento aereo, contro obiettivi militari assolutamente non previsto dalla risoluzione 1973 dell'Onu. E' chiaro che, ai francesi come a gran parte dei governi europei, non gliene frega niente né della democrazia, né delle vite umane dei Cirenaici, ma sono tutti corsi intorno all'osso del petrolio e del gas libici, in particolar modo Inghilterra e Francia che, non avendo buoni rapporti con il governo libico, hanno pensato bene di anticipare tutti, per poter poi essere (eventualmente dovesse essere sconfitto Gheddafi) i primi a beneficiare dei nuovi contratti petroliferi con gli eventuali ribelli vincitori, che certamente riconosceranno a Francia e Inghilterra il merito di essere intervenuti per primi, infischiandosene delle risoluzioni Onu. Ma chi sono poi questi ribelli? Certo, le televisioni ci mostrano immagini di Cirenaici che, dopo quarant'anni di sottomissione alla tribù di Gheddafi, sono insorti per avere democrazia e costituzione. Ma vi siete resi conto che questi che dovrebbero essere insorti non organizzati hanno aerei, carri armati, armi per la contraerea, blindati di ogni genere? Nessuno sa da quale magico cilindro siano usciti tutti questi armamenti. Mi sembra che qui nessuno si ponga la domanda più elementare: chi c'è dietro a questi poveri disgraziati? Fondamentalista islamici di Al Qaeda, magari mascherati da super potenze economico-politico-finanziarie? Forse qualcun altro il quesito se lo sta ponendo: non è un caso, infatti, che Germania, Russia e Cina si siano immediatamente astenute nei confronto dell'intervento armato. E come mai certi interventi armati a difesa della popolazione civile non si sono mai verificati per l'ecatombe che c'è stata in Ruanda e in Sierra Leone? Forse perchè nel loro sottosuolo non c'è né il petrolio né il gas!
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Allarme rosso per l'acqua

L’8 dicembre 2008 parte la mia inchiesta su www.stefanosalvi.it, relativa all’avvelenamento da cromo esavalente nella Bassa Bergamasca, nella quale denuncio che lo stato delle acque nella zona di Verdello, Treviglio e Comuni limitrofi è terribilmente compromesso dai valori del cromo esavalente. Nella stessa inchiesta, specifico che, per legge, il cromo esavalente in falda non deve tassativamente superare i 5 microgrammi/litro, contro i 20/25 microgrammi/litro riscontrati nel periodo in cui pubblicai il servizio. In quell’occasione, ricordavo altresì che, per legge, il totale del cromo (quindi cromo esavalente + cromo trivalente) non deve superare i 50 microgrammi/litro. I dati denunciati attestavano matematicamente che, pur essendo il cromo totale nei limiti dei 50 microgrammi/litro, il cromo esavalente era di ben cinque volte superiore a quello prescritto dalla legge in falda. Avevo, inoltre, evidenziato come l’architetto Pierluigi Assolari, responsabile aerea ufficio Lavori Pubblici del Comune di Treviglio, con lettera inviata alla Provincia di Bergamo il 4 novembre 2008 dicesse: “con preoccupazione si riscontra che nel primo semestre dell’anno 2008 nel pozzo idropotabile di via Terra i valori di cromo esavalente si aggirano intorno ai 20/25 microgrammi/litro…”. Armato di codesti dati, continuai la mia inchiesta intervistando l’allora presidente della provincia di Bergamo, Valerio Bettoni il quale, da me sollecitato nel prendere immediato contatto con l’architetto Assolari, rispose testualmente che per lui il referente non era il su citato, ma bensì l’Asl di Bergamo i cui dati, secondo Bettoni, rispettavano perfettamente i parametri di legge. Molto dubbioso e perplesso, mi recai dall’allora e attuale assessore alla Sanità della Regione Lombardia Luciano Bresciani, sottolineandogli l’allarme. Per tutta risposta l’assessore Bresciani mi disse che, assumendosene tutta la responsabilità, secondo lui i valori dell’acqua di Treviglio erano perfettamente a norma. Bene, a fine 2010, è scoppiato finalmente “l’allarme cromo” e sotto la Cromoplastica di Verdello sono stati trovati 10/15 mila microgrammi di cromo esavalente. Le responsabilità di Bresciani e Bettoni sono sotto gli occhi di tutti. Mi auguro che la Procura della Repubblica indaghi a fondo sul loro operato, ricordando che in gioco c’è la salute di centinai di migliaia di persone. Nel download troverete la tabella 20 dell'allegato 1 del D. Lgs. 152/99. Classificazione chimica in base ai parametri di base.
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